Qualche anno fa, la rivista Science pubblicava un celebre articolo a firma di un nutrito gruppo di ricercatori inglesi dal titolo “From PUS to PEST” (“Dalla Percezione Pubblica della Scienza all’ Impegno Pubblico in Scienza e Tecnologia”). Questo documento ha rappresentato una tappa fondamentale nel dibattito sulla comunicazione pubblica della scienza e della tecnologia.
Ieri pomeriggio insieme a Marco Gisotti, grandissimo giornalista e divulgatore scientifico nonché amico di lunga data, abbiamo provato un nuovo modo di raccontare al pubblico di scienza e tecnologia. Lo abbiamo fatto in un luogo poco convenzionale come un museo di arte contemporanea, eravamo al Maxxi di Roma, e con una modalità altrettanto poco convenzionale, a metà strada fra il teatro e il situazionismo.
Un operaio di una centrale elettrica (Annibale alias me) ed un professore (Gisotti alias Gisotti) hanno parlato di blackout e tecnologia, dei modi di produrre energia e di risparmiarla alternando il racconto immaginifico al polverino di carbone sulle mani dell’operaio, la citazione colta all’alternatore di un’auto scomposto e fatto passare fra il pubblico per mostrare la legge di Faraday.
Questa nuova modalità di divulgare l’abbiamo chiamata Scienza di strada e il nostro obiettivo è di favorire la comunicazione e lo scambio di conoscenze fra il pubblico per aumentare il grado di consapevolezza di ciascuno di noi sui processi che sempre più caratterizzano la società contemporanea e fornire i mezzi per le scelte democratiche che possano aiutare a migliorare la qualità della vita.
Ma da soli potremmo fare poco. C’è bisogno dell’aiuto di tanti altri scienziati di strada, uomini e donne che si occupano di scienza per professione e per passione e che vogliono dedicare qualche ora del proprio tempo all’alfabetizzazione scientifica e tecnologica nella propria quotidianità ( al bar, al mercato, sul luogo di lavoro, etc.) o nell’ambito di azioni più strutturate come quella di ieri sera al MAxxi.
Tutti coloro che fossero interessati possono inviarci una mail all’indirizzo: