C’è un attimo, prima di premere l’interruttore, in cui tutto resta sospeso. Il dito sfiora il tasto, ma non lo preme ancora. Tra il buio e la luce c’è una soglia sottile, un confine invisibile. Un battito di ciglia e il mondo cambia.

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La prima volta che la luce si è accesa da sola. O almeno così ho creduto. Avevo cinque anni, fuori il temporale ruggiva e un lampo ha anticipato l’interruttore di mia madre. Per un istante ho creduto che fosse il cielo a comandare la casa, che ci fosse un’intenzione nell’illuminare e nello spegnere. La luce non era più solo luce. Era un segnale, una risposta.

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Una notte d’estate, il cortile illuminato da una lampadina appesa a un filo. Gli amici, le risate, il caldo incollato alla pelle. Poi qualcuno ha spento la luce e il cielo è diventato immenso, un soffitto pieno di stelle. Per un momento nessuno ha parlato. Come se il buio avesse qualcosa da dire.

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Un interruttore che si abbassa di colpo, il buio che avvolge tutto, un respiro vicino al mio. Il primo bacio, incerto, sfiorato nel nero della stanza. La luce spenta ci ha liberati dagli sguardi, ha cancellato ogni contorno, lasciando solo il battito accelerato e il calore di due corpi vicini. L’ombra proteggeva. La luce avrebbe rivelato.

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La lampada si accende all’improvviso, strappandomi al sonno. Socchiudo gli occhi, spaesato, mentre il buio si ritira lungo le pareti. Poi il telefono squilla. Sofia risponde sottovoce. Il suo respiro si interrompe, il silenzio si fa denso. Mio padre è morto. La sua luce si è spenta. Resto lì, nel bagliore freddo della stanza, chiedendomi cosa rimane acceso quando tutto il resto si spegne.

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La tecnologia mi ha dato il potere di domare il buio, come fossi un dio. Cavi nascosti nei muri, centrali elettriche lontane, un’energia che scorre silenziosa fino alla punta del mio dito. Un gesto minimo, e il mondo cambia. Ma il fuoco che illuminava le caverne e il bagliore che si accende ora nella mia stanza sono la stessa cosa. La stessa sfida contro l’oscurità.

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Ora il dito preme il tasto. La stanza si illumina, il buio si ritira come una marea. Nulla si oppone più al gesto, la magia si compie senza esitazione. Eppure, in quell’attimo sospeso prima della luce, sento il peso di ogni buio che è stato e di ogni luce che verrà.

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