Tonino il Rosso fissava Genny dal sedile del passeggero. Occhi stretti, mascella tesa.

«Dimmi che è uno scherzo.»

Genny sorrise, diede due colpetti sul volante come se avesse appena trovato l’affare del secolo.

«Tesla Model 3, fratè. Niente rumore, niente tracce. Nu fantasma ncopp’ a strada. Geniale, no?

Dietro, il Professore scoppiò a ridere con la sua risata ruvida.

«Geniale ‘o cazzo. Quanta batteria tiene sta specie ‘e forno a microonde?»

Genny guardò il cruscotto e sbuffò. «Tranquilli. Facciamo ‘na ricarica al volo prima del colpo. Cinque minuti e ce ne jamme.»

Il Professore lo fissò.  «Cinque minuti? Ma che dici? Pure ‘na ricarica veloce ce mette almeno mezz’ora.»

Tonino strinse i denti: «Mezz’ora?»

«Minimo.»

Silenzio. Solo il fruscio delle gomme sull’asfalto. Poi Tonino chiuse gli occhi, inspirò.

«Dimmi che non ci stiamo fermando a caricare ‘sta machina  ‘e mmerda prima della rapina.»

Silenzio.

«Te prego. Dimmi che non è vero. E poi, dove la troviamo ‘na colonnina a Secondigliano?»

Genny non rispose. Sterzò.

Una pompa di benzina mezza morta. L’insegna a neon sfarfallava. Una sola colonnina elettrica, piazzata lì quasi per scherzo.

Tonino scese sbattendo la portiera: «Addò s’attacca sta cosa? Ma la pompa non ci stà?»

Genny tirò fuori il cavo con l’aria di uno che sa il fatto suo. Lo infilò nella colonnina. Sul display apparve la sentenza: Ricarica stimata: 40 minuti.

Tonino si accese una sigaretta. «Perfetto. Già che ci stiamo e abbiamo un poco di tempo, putimmo fa’ pure o’ 730? Che dite?»

Il Professore si appoggiò al cofano. Lesse un cartellone.

«Oh, sentite questa: Per la tua macchina, scegli l’energia pulita

Sputò per terra. «Ma noi non dovremmo essere dei fottuti criminali? E allora perché stiamo dando il biberon alla macchina come dice la pubblicità?»

Genny annuì. «Secondo me rubare benzina è criminale. L’energia no. Questa la fanno con il vento, il sole. E’ di tutti.»

Tonino soffiò fuori il fumo. «Gennà, ma che dici? Se non la paghiamo, è furto uguale. Articolo 624 del codice penale. Da sei mesi a tre anni!»

Il benzinaio li osservava dalla cassa. Basso, senza capelli, con la faccia di chi ne ha viste troppe per impressionarsi.

«Bella macchina.»

«Eh già» fece Tonino. «Peccato che non ci sia un cazzo di rifornimento veloce.»

Il benzinaio scrollò le spalle. « La transizione ecologica, amico mi’. Bisogna cambiare mentalità. Rallentare, bisogna. Rallentare.»

Il Professore annuì. «Appunto. Prima rubavamo macchine a benzina. Mo’ rubiamo quelle elettriche perchè non vogliamo inquinare quando facciamo le rapine.»

Tonino sospirò. «È questo il futuro? Diventare mariuoli con la coscienza ecologica?»

Il benzinaio si accese una sigaretta, guardò il buio. «È il progresso. Tra dieci anni vi toccherà pure piantare un albero per compensare le emissioni della vostra vita di merda.»

«Bella chiavica.»

Il tempo si trascinava. Troppo lentamente.

Poi due volanti della polizia sbucarono dal nulla.

Tonino fece un passo indietro. Il Professore strinse i pugni. Genny pensò se staccare il cavo e scappare, ma era tardi.

Un agente scese con aria stanca.

«Tutto bene, signori?»

Il benzinaio sbuffò. «So’ clienti. Stanno solo aspettando la ricarica.»

Il poliziotto guardò la colonnina, poi loro. Li squadrò un attimo, poi alzò le spalle.

«Beh, buona serata.»

Salì in macchina e sparì nel buio.

Tonino, Genny e il Professore si guardarono.

Silenzio.

Poi Genny parlò. «Quindi paghiamo e ce ne andiamo?»

Il Professore sospirò. «Vafanculo.»

Raccolsero gli spicci e pagarono la ricarica.

Tonino si accese un’altra sigaretta mentre risalivano in macchina.

«Vi faccio presente che abbiamo appena fatto una colletta per pagare un pieno. Di una macchina che abbiamo rubato.»

Silenzio.

Genny avviò l’auto.

Benvenuti nel futuro.


Una replica a “Green Crime”

  1. Avatar sofiadelussu
    sofiadelussu

    Un racconto avvincente e dal riso amaro…Bello!

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