Storia di due vecchi, un binocolo e un cantiere.

Giovanni Battista Ferretti – per tutti il Nanni – si appostava ogni mattina accanto al cantiere con la puntualità di un orologio atomico. Il suo arsenale era sempre lo stesso: cappellino da baseball sbiadito, giacca dal colore indefinito e una tazza termica di caffè lungo che sorseggiava come fosse un nettare divino. Per gli operai, non era un uomo: era una calamità. Una di quelle fastidiose e inarrestabili, come le tasse o la pioggia d’agosto.

« Ehi, bello! Lo vuoi usare quel martello o ti serve un manuale d’istruzioni? » sbraitò una mattina, puntando il dito verso un giovane che armeggiava con poca convinzione. «Che fai, costruisci case o stai girando un video per TikTok? »

Il ragazzo lo ignorò, ma i colleghi più anziani si piegarono in due dalle risate. Con Nanni non si vinceva. Aveva un talento unico per individuare ogni debolezza e spararci sopra battute taglienti. Per lui, la perfezione era un dovere; la mediocrità, un crimine.

Il cantiere era la sua arena. Fuori, la vita era monotona: una moglie che sbraitava a ogni occasione, un figlio che parlava solo di criptovalute – «roba che non si può nemmeno toccare, figurati usarla!» – e nipoti che non distinguevano una cazzuola da una pala. Ma lì, tra polvere e cemento, il mondo aveva ancora un senso.

Quella mattina, però, tutto cambiò. Quando Nanni si sistemò nella sua solita postazione, vide un’intrusa. Una donna. Magra come un grissino e con un’aria severa da preside in pensione, stava lì, con un ombrellino che sembrava più un’arma che un accessorio.

« E lei chi sarebbe? » chiese Nanni, scrutandola come un falco.

« La nuova regina del cantiere,» rispose lei, senza batter ciglio. «Problemi? »

Nanni rimase a bocca aperta. Non succedeva spesso. «Qui comando io. Se devi stare, stai in silenzio.»

« Ah sì? » ribatté la donna, inclinando la testa. «Ti credi il Napoleone delle ruspe? Guardati, sembri un comodino abbandonato in strada.»

Gli operai si bloccarono. Alcuni si nascosero dietro i pilastri, trattenendo le risate. Nanni si fece rosso in viso. Ma prima che potesse ribattere, la donna tirò fuori un binocolo pieghevole e lo puntò verso una colonna appena eretta.

« Quella lì è storta,» annunciò. « Di tre gradi. Se arriva a Natale, offro io il pranzo.»

Nanni la fissò, prima scioccato, poi furioso. « E tu che ne sai? »

« Sono stata architetto per trent’anni,» rispose lei, piegando il binocolo con un gesto elegante. « Ho visto più cantieri di quante pale tu possa immaginare. »

Maria – così si chiamava – tornò anche il giorno dopo. E quello dopo ancora. Con il binocolo e l’ombrellino, prese il suo posto accanto a Nanni, sfidandolo su ogni dettaglio. La tensione tra i due era palpabile. Per gli operai, ogni discussione era uno spettacolo imperdibile.

« Quel cemento? Troppo diluito, » osservò Maria una mattina.

« Non capisci niente, » sbottò Nanni. « È la giusta consistenza. »

« Giusta per cosa? Per fare budini? »

Gli operai risero a crepapelle. Uno di loro, il giovane TikTok, si prese una lavata di capo da entrambi quando si fermò un attimo a guardare il telefono.

« Ti pare il momento per giocare con quel coso?» abbaiò Nanni. « Stiamo costruendo un mondo, non i tuoi follower! »

« E il casco? » aggiunse Maria, puntandolo con il binocolo. « Dove pensi di essere? Al carnevale di Rio? »

Ogni giorno era così: critiche su travi, cemento, uniformi e persino sul colore delle gru. Gli operai, esasperati, iniziarono a divertirsi. Il capo cantiere, osservandoli litigare sulla profondità di una buca, si mise le mani nei capelli. « Quei due vecchiacci ci faranno impazzire. Ma sapete una cosa? Stiamo lavorando meglio.»

E forse era vero. Nanni e Maria, con la loro ossessione per il dettaglio e le battute al vetriolo, avevano trasformato quel cantiere nel più efficiente della città.

Un giorno, Maria tirò fuori dal cappotto un metro laser e lo puntò su una trave.

« Vediamo se hai il coraggio di affrontare i numeri, Ferretti. »

Nanni la guardò, poi rise. Una risata vera, che rimbombò sopra il frastuono del cantiere.

« Sai una cosa, Maria? Sei insopportabile. »

« E tu un dilettante. »

Eppure, quando il giovane TikTok si avvicinò con il casco ancora storto, i due si fermarono e lo fissarono in sincrono.

« Scusate, ma voi due… cosa fate qui ogni giorno?»

Maria lo squadrò attraverso il binocolo. « Siamo i guardiani del cantiere.»

« No, » ribatté Nanni, sistemandosi il cappello. « Siamo il tuo futuro.»

Il ragazzo rimase immobile, confuso. Un operaio anziano gli diede una pacca sulla spalla e disse: «Non provarci neanche a capirli. Ma ringraziali. Finché ci sono loro, il cantiere non crollerà.»

Maria e Nanni si allontanarono, discutendo su una nuova trave. Il loro lavoro non era finito. Perché il mondo, a volte, si tiene in piedi solo grazie a chi non smette mai di puntare il dito.


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